libra1-Recuperato

Un diario visivo personale
sull’arte 
della malattia
di
Mauro Fiorese

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Capitolo 3
Post-produzione/Cura

ombra mauro

Alla fine ho capito che l’incidente motociclistico dell’anno scorso non è niente se paragonato a questo

Grande Quadro attuale: l’Amico si è finalmente presentato a me come:

maligno (nickname)

adenocarcinoma (nome)

cancro ai polmoni (cognome)

Quarto stadio (età)

parte superiore sinistra del polmone (indirizzo temporaneo)

Finalmente avevo la certezza di ciò che avrei dovuto affrontare, ma ciò non mi faceva sentire per nulla meglio.

Sapevo che il mio amico aveva un obiettivo: espandersi!

bunker

I medici non hanno usato un approccio molto tecnico con me riguardo la malattia ma, fortunatamente, lo hanno invece avuto nei riguardi della terapia cui sottopormi.

Esiste un protocollo per la Chemioterapia che può essere adattato ad ogni caso e ad ogni singolo paziente.

L’unica cosa che mi faceva paura era entrare in quel reparto chiamato Oncologia, un luogo che a volte avevo considerato come una sorta di bunker:

forse però quello era solo una conseguenza di un insieme di esperienze personali e cinematografiche.

unità operativa di oncologia

maurovistacalziniletto donna con braccio davanti

mauroconcuffie persona con fasciatura gamba

La mia prima chemio non è stata per nulla uno shock.

Prima di tutto perché conoscevo la procedura:

i miei genitori hanno fondato il primo Ricovero per pazienti terminali di cancro nella nostra regione

e mia madre ha accompagnato molte persone di ogni età, compresi molti amici, verso un nuovo capitolo della loro cosiddetta Esistenza.

Una paradossale ironia per me.

Ma utile.

nebbia

Ero un po’ confuso all’inizio solo dalla durata. Quanto sarebbe durato? Ed avevo anche paura di quanto sarei potuto… ops, niente!

Ma la mia terapia sarebbe dovuta durare a lungo quindi ho subito un altro intervento per inserire un catetere centrale, chiamato power Port,

che corre sotto pelle dal collo fino al torace in modo tale da semplificare la terapia che avrei dovuto fare ogni settimana.

Esso sarebbe stato il mio nuovo compagno di stanza per i prossimi anni.

maurospiaggia

collopeloso

Capitolo 4: Chemi/Chemo

maionese

Il primo grande cambiamento ha riguardato la mia alimentazione: sono diventato vegano! Gesù Cristo, vegano? Io?

E il cappuccino, il parmigiano, il prosciutto, la mozzarella, il salame?

Ma “moderazione” è diventata la parola magica e i benefici erano proprio dietro l’angolo.

Stavo preparando me stesso e il mio corpo per dare il benvenuto al veleno dentro di me: una sorta di processo simultaneo distruttivo e curativo.

chemiosacco

Tre cicli di chemioterapia, giusto per iniziare, e molti, molti cambiamenti.

E anche di questi non sapevo quanto tempo (di nuovo) sarebbero durati.

contenitore plastica dottoresse

piedi contenitore anziano mauroocchiolino

Ho cancellato la parola altri dal mio vocabolario.

Dentro la stanza gialla eravamo tutti diversi e tutti uguali.

Stavamo vivendo tutti qualcosa di spaventoso, frustrante, doloroso e tutti lo affrontavamo in modo diverso.

Ma con molta dignità.

Ho perso i capelli, sì, ma non è stata la mia più grande preoccupazione, onestamente.

Ho però imparato molto sulle parrucche e mi ha riempito di malinconia.

donna senza capelli

parrucche

maurofotometà sfuocata

Effetti collaterali?

Fatemi pensare…

Ho una bella lista che include nausea, perdita di peso (mica tanto negativo!),

Diarrea o stipsi, perdita di memoria, urine emorragiche (ciò è TERRIBILE, con le lettere maiuscole), perdita di capelli, dolore muscolare e osseo e altro.

Ma ho anche guadagnato abilità nel vedere le cose in modo molto più chiaro.

Pensare, parlare e comportarsi in modo più sincero (con me stesso prima di tutto) e infine…

Fare una selezione! Selezionare molto di più e con una forte volontà di fare la cosa giusta.

Quanto è liberatorio!

leoccasioni

La sala della chemio è moderna, gialla, silenziosa, luminosa e provvista di ogni cosa: caffè e tè, biscotti, volontari sorridenti, connessione Internet e una tv HD.

Un giorno ho dimenticato il mio Ipad a casa (conseguenza della perdita di memoria) e ho guardato uno show televisivo della mattina.

L’argomento: ‘occasioni perdute’.

Che illuminazione!

lampi

portachiusa varco piante sediacampagna

Quanto spesso perdiamo un’occasione?

Non solo quelle occasioni che consideriamo grandi e spesso ossessive, come fare soldi o fare gli incontri giusti, ma principalmente perdendo le piccole cose.

Guardare su in cielo, ad esempio, molto più spesso di quanto non facciamo in modo tale da ricevere un’ispirazione.

O annusare ed assaggiare del cibo chiudendo gli occhi per un momento, non solo per nutrire il nostro corpo.

Bisogna vivere qui, ora.

Perdiamo delle piccole epifanie preziose.

E succede ogni giorno, a volte diventa troppo tardi.

Mauro Fiorese tutti i diritti riservati .

Ottobre 2014.

Continua…