libra1-Recuperato

Un diario visivo personale
sull’arte
della malattia
di
Mauro Fiorese

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Capitolo 9
New York/New York

Verona, Italia. 15 marzo 2015. Ore 1:59.

Sono appena rientrato dal mio ultimo viaggio a New York dove, come sempre, ho provato a combinare qualcosa di buono sia per la mia Arte che per la mia Salute. Ma questa volta mia moglie Pamela è venuta con me per una settimana e desideravo fare qualcosa di carino anche per lei. È stata la sua prima volta a New York e allora ho voluto che questo viaggio fosse speciale per lei, anche per poterle lasciare dei bei ricordi di uno dei posti che ho sempre considerato la ‘mia seconda casa’. La vita è stata dura per noi negli ultimi due anni e il nostro rapporto è stato molto difficile da gestire: a partire dall’incidente che mi ha sottratto per otto mesi lasciandola praticamente da sola con Leda, la nostra bambina appena nata.

E quando io (noi) ci eravamo quasi ripresi e avevamo intravisto uno spiraglio di tranquillità, ecco che è arrivato lui: l’Amico.

Devastante.

Così il mio obiettivo di questa settimana è stato quello di bilanciare o parzialmente cercare di compensare il grande distacco che la vita aveva creato tra noi facendo per lei qualcosa di unico e speciale. Tutti noi dovremmo cercare di farlo sempre per noi stessi e per le persone che amiamo. Non ogni giorno, certamente, ma ogni tanto sì. Queste cose sono davvero importanti: grandi o piccole, non importa la grandezza della sorpresa, ciò che conta è l’idea dietro di essa. Quell’idea, quel pensiero, possono creare un ricordo indelebile nella vita di qualcuno.

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New York era tanto fredda quanto il Polo Nord ma anche coperta da un mantello bianco di neve che le dava un tocco incredibilmente surreale. Proprio ciò di cui avevamo bisogno ed anche qualcosa che New York offre raramente: la possibilità di rallentare, di rilassarsi e approfittare di questo tempo prezioso. Così abbiamo iniziato a visitare la città: come prima cosa siamo andati a fare una lunga passeggiata a Central Park.

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Poi abbiamo visitato dei posti carini e divertenti, da un negozio di giocattoli fino ad un sexy shop – cose che puoi fare solo a New York nello stesso giorno!

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Poi abbiamo cercato l’arte: prima il M.O.M.A, naturalmente, poi il quartiere delle gallerie intorno al W20s, proprio di fronte al parco High Line. Abbiamo visto cose davvero belle e cose davvero patetiche, come sempre nell’Arte. Non eravamo molto sorpresi ma abbiamo comunque ammirato la mostra. Abbiamo anche visitato una mostra fotografica emozionante di uno studente dell’ ICP riguardante la battaglia dei suoi genitori con il cancro. Per me è stata particolarmente emozionante.

Volevo anche mostrare a Pamela la casa dei miei due Robert preferiti nella storia della fotografia: Robert Frank e Robert Mapplethorpe. Abitavano praticamente a pochi isolati di distanza…

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Volevo fare qualcosa di speciale così ho comprato due biglietti on-line per il concerto dei Maroon 5 al Madison Square garden. È stato fantastico!

Nei pochi giorni che ci rimanevano siamo andati a fare shopping, abbiamo visitato la casa nuova di un nostro amico, abbiamo conosciuto il ‘ vero’ ghiaccio, assaggiato ogni tipo di cucina internazionale, ci siamo fatti leggere la mano e abbiamo visto una persona che nello stesso momento cercava ed offriva amore attraverso degli annunci per strada.

Anche $ 10.000 di ricompensa per un pitbull smarrito.

E poi l’ultimo giorno siamo finiti al ‘top of the world’.

Pamela, allora, mi ha lasciato un dono sul letto prima di partire per tornare in Italia. Un taccuino sul quale potessi iniziare a scrivere la mia lista dei desideri.

Tutti noi dovremmo averne uno nella vita.

È un consiglio.

È stato un regalo che entrambi abbiamo fatto a me stesso.

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Chapter 10
Statistiche/Successo

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Ciò che ho imparato di New York nel tempo, nel periodo in cui vi ho abitato, è che noi siamo tutti dei

“numeri viventi”.

 In una città così complessa, intensa, pulsante, provocante, caotica, contraddittoria, è facile provare questo sentimento.

Ma più vivi questo posto più scopri qualcosa di più positivo e sempre meno cinico riguardo questo luogo allo stesso modo in cui scopri sempre qualcosa di nuovo riguardo te stesso.

New York recentemente mi ha insegnato che i numeri possono essere caldi.

Come?

La risposta è: con la Statistica.

Sono così innamorato della statistica che vorrei fondare un

fan club della STATISTICA.

Perché qui i numeri possono essere discussi.

Qui non supportano nulla né scientificamente né definitivamente se non può essere provato al 100%.

Ed è così liberatorio per un uomo come me che a scuola è sempre stato una schiappa in matematica!

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Come ho detto prima, dopo aver ricevuto la diagnosi di cancro, ho sempre cercato di combinare le buone opportunità per la mia Arte e per la mia Salute in tutti i miei viaggi New York.

Così questa volta sono stato in due altri templi che non avevo mai visitato prima: Saatchi & Saatchi, il ‘tempio della visibilità’ e il Memorial Sloan Kettering, il ‘tempio del cancro’.

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Ora entrambi hanno qualcosa in comune: me stesso. Ora la statistica è diventata un problema perché, in quanto persona malata e paziente in cura, io sono una statistica vivente.

Ma sono ancora “in caldo”.    🙂

I medici dicono che il 90% delle persone nella mia situazione ha una aspettativa di vita di meno di cinque anni.

Ma le chemio stanno funzionando bene in Italia e i medici più esperti che ho incontrato al MSKCC mi hanno parlato delle nuove possibilità di Trial medici e sostanze che potrebbero essere pronti quando l’Amico inizierà la sua espansione.

Quindi… questa risposta ha aiutato il lato destro del mio cervello, mentre per la mia parte sinistra, essere invitato da Saatchi a New York (grazie alla mia amica Valeria del Saatchi di Milano) è stata una bella esperienza. Persone come Carolyn e David, Sharon e Kathy hanno ascoltato la mia storia “Libra in Cancer”.

Quella che state leggendo proprio ora.

Ne hanno discusso, preso nota, e creato nuove idee brillanti.

In modo globale.

Mi è piaciuto tanto!

E voglio ringraziare sia i medici che le persone creative.

 Perché con me e per me, prima di tutto sono stati umani.

Grazie di nuovo New York!

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Mauro Fiorese tutti i diritti riservati
Marzo 2015

continua…