libra1-Recuperato

Un diario visivo personale
sull’arte
della malattia
di
Mauro Fiorese

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Capitolo 11
Disperazione e speranza/B&W

Oltre a tutto ciò che sto condividendo con voi adesso, la mia malattia, la mia speranza, la mia disperazione, i miei sorrisi e le mie lacrime, la mia luce e le mie ombre,

lasciate che vi dica un paio di cose sulle fotografie che avete visto finora.

Vi spiego prima di tutto perché sono in Bianco e Nero. E per poterlo spiegare nel migliore dei modi, prendo in prestito una riflessione di Robert Frank,

uno degli artisti della fotografia che ammiro di più.

Una volta egli ha detto: “il bianco e il nero sono i colori della fotografia. Per me simbolizzano le alternative di speranza e di disperazione alle quali l’umanità sarà per sempre soggetta”.

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È tutto, semplicemente. Giochiamo la nostra partita tra la Sconfitta e la Vittoria. Tra Nero e Bianco. Tutto sta nell’equilibrio, nelle sfumature del grigio. Robert Frank ha detto anche che la vita per un fotografo non può essere una questione di indifferenza. L’opinione spesso consiste in una forma di critica. Ma la critica può venir fuori anche dall’amore. Egli ha detto “è importante riuscire a vedere ciò che è invisibile agli altri, forse uno sguardo di speranza o uno sguardo di tristezza”. Ed ecco che ci siamo di nuovo! Infatti la prima volta che ho letto queste frasi, la mia testa e il mio cuore sono andati direttamente ad un’altra citazione, questa volta della mia infanzia, e sono sicuro che tutti voi ricorderete quel ‘Piccolo principe’ che una volta ha detto qualcosa riguardo ciò che è essenziale.

Sono totalmente d’accordo: “è solo con il cuore che una persona può guardare le cose nel modo giusto”.

Ma per me ciò che è INVISIBILE è ESSENZIALE per l’OCCHIO.

Preferisco questa versione.

Con ciò intendo semplicemente che le mie immagini qui, come le mie parole, sono solo degli stimoli. Ciò che spero con questo diario è far nascere dei ricordi e delle domande.

Spero di avervi dato abbastanza spazio per completare le mie fotografie.

Spero che un giorno possiate fare delle fotografie per voi stessi, prima di tutto.

Spero che abbiate dei pensieri nella vostra testa prima di scattare una fotografia.

I pensieri sono sempre invisibili prima della visione ma una volta che l’immagine sarà diventata cibo per i vostri occhi, allora sarete capaci di leggere anche la mia mente.

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Nel capitolo sette, ho scritto che per la prima volta nella mia vita ora sto indirizzando lo sguardo verso il soggetto per me più incomprensibile: me stesso.

Mi ci è voluto così tanto tempo per fotografarmi senza pensare di star facendo un semplice ‘selfie’. Forse mi ci è voluto fin troppo tempo.

Ma poiché oggi trascorro così tanto tempo da solo e penso così tanto prima di scattare una fotografia, ho capito che essere soli significa anche pensare maggiormente alla parte più interna di se stessi invece di pensare solo all’esterno.

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Siamo nati e siamo qui per vivere, non per sopravvivere. E se ciò vi sembra troppo ovvio, beh… Forse

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Qualcuno ha detto che “un’immagine vale più di 1000 parole”.

Quindi se vuoi comunicare con le immagini devi prima essere sicuro di quelle 1000 parole.

Oggi.

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* Robert Frank in Aperture, vol. 9, no. 1 (1961) pp. 20-22

Mauro Fiorese tutti i diritti riservati 
Marzo 2015

continua….